Quando l’Ipod fa scuola

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di Lino Garbellini

Il primo luglio del 1979 Sony vende il primo lettore portatile di musicassette. Il prodotto negli anni successivi diventerà universalmente noto con il nome di Walkman, anche quando a produrlo, per imitare le mosse del colosso giapponese, saranno altri brand. Il Walkman sarà  destinato a segnare la storia della musica portatile dominando il mercato per due decenni. A cavallo degli anni 2000 però Sony non crede alla svolta della musica digitale, ad esserne convinto invece è Steve Jobs di Apple che nel 2001 realizza il primo iPod, un lettore di musica digitale basato su hard disk, facile da usare e con un design accattivante. Quello che succede dopo è storia nota a tutti. L’iPod entra nelle nostre vite, Sony ci metterà degli anni a riprendersi ed entrare nel mercato della musica digitale subendo due volte il duro colpo della Apple, sia per quanto riguarda i prodotti, sia per le canzoni vendute tramite iTunes a scapito della Sony Music.

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Cogliere il momento
Come direbbe il famoso sociologo Bauman, Jobs è stato in grado di capire ed interpretare il cambiamento ed il passaggio alla musica “liquida”. L’industria bancaria è alle prese con un simile passaggio epocale, il paradigma della digitalizzazione. Gli istituti presenti sul mercato offrono prodotti uguali a quelli presenti prima della nascita dell’iPod, con servizi molto simili tra loro e con un’evoluzione non sufficiente per restare al passo con i tempi e soprattutto con le richieste dei Millenials, ovvero le nuove generazioni. A fronte di una difficoltà di cambiamento dovuta al mantenimento di elevato livello di sicurezza e sistemi difficili da innovare, le colpe della situazione attuale sono di diverso tipo e vanno da una gestione poco lungimirante e con mentalità poco aperte al nuovo, a bassi tassi d’interesse, passando per i costi alti necessari per i cambiamenti e un’economia in crisi.

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La formazione s’adegua
Il cambiamento e la svolta del digitale anche per quanto riguarda le banche è però quanto mai maturo e necessario, vitale, prima che Facebook o Google, o una qualsiasi start-up di San Francisco con i loro servizi siano in grado di sostituire i vecchi istituiti come l’iPod aveva fatto con il Walkman. Anche Consulting quindi aggiorna i suoi corsi di formazione con nuove proposte che strizzano un occhio al digitale e sono in grado di mettere a disposizione in aula gli strumenti per capire il cambiamento che ormai s’impone. Giornate dedicate ad un’introduzione al mondo dei social media, ma anche alla possibilità e all’importanza di stabilire una presenza su Linkedin o comunicare con Twitter e con i blog.Un nuovo tipo d’offerta formativa che va a completare quella specifica del settore finanziario, ed è realizzata con la competenza, passione e professionalità che da sempre contraddistingue Consulting.